ROMA - «La Libia non ha mai chiesto aiuti in passato ad alcun Paese, compresa l'Italia, ma coopera insieme agli altri paesi interessati» nel contrasto dell'immigrazione clandestina. Lo si legge in una nota dell'ambasciata libica a Roma in risposta alle dichiarazioni di domenica del ministro dell' Interno Roberto Maroni secondo il quale gli sbarchi di clandestini dalla Libia non sono diminuiti malgrado il trattato italo-libico
firmato lo scorso 30 agosto. Maroni aveva annunciato per questo un blocco agli aiuti verso la Libia previsti dalle intese.
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Il ministro Roberto Maroni |
DECIDIAMO NOI SE E COME RICEVERLO - La dura presa di posizione continua in una nota dell'ambasciata libica a Roma in risposta alle parole di domenica del titolare del Viminale: «Per quanto riguarda la dichiarazione del ministro Maroni di arrivare a bordo di una motovedetta (italiana, ndr) che sarà prestata alla parte libica (per il contrasto all'immigrazione clandestina, ndr), lo informiamo che la Libia rifiuta il suo arrivo in questo modo spettacolare e, se desideriamo riceverlo, saremo noi ad indicare la data e il modo in cui potrà arrivare» nel Paese. -Nel corso di una conversazione con Bruno Vespa sullo stato dell'immigrazione che sarà pubblicata nel nuovo libro del giornalista «Un'Italia diversa. Viaggio nella rivoluzione silenziosa», Maroni aveva spiegato di voler essere presente di persona «per il viaggio inaugurale» a bordo di una delle sei motovedette italiane che, secondo gli auspici del ministro, dovrebbero arrivare in Libia ai primi di ottobre per il contrasto all'immigrazione clandestina.
COSA AVEVA DETTO MARONI - Nonostante il trattato di amicizia firmato da Berlusconi e Gheddafi lo scorso 30 agosto, imbarcazioni continuano a partire dai porti libici diretti verso Lampedusa e Maroni ha quindi aveva annunciato che alcuni finanziamenti previsti dal trattato sarebbero stati condizionati alla effettiva attuazione degli accordi. «Per ora - aveva detto il ministro - ho bloccato a La Spezia una nave che avrebbe dovuto portare in Libia trenta piccole imbarcazioni ad uso della polizia libica». Inizialmente era previsto, ad ottobre, dopo la conclusione del Ramadam, l'invio di sei motovedette ad equipaggio misto italo-libico per i pattugliamenti lungo le coste settentrionali del Paese nordafricano. Ma ora dopo le ultime polemiche tutto potrebbe essere rivisto.
SILVIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
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