venerdì 14 ottobre 2011

MOGLI E BUOI...DEI PAESI TUOI?

Fino a qualche tempo fa non mi era ben chiaro (né tantomeno mi sono mai sforzato più di tanto di capire) cosa volesse significare "buoi dei paesi tuoi" ma si potrà constatare che non ci vuole certo un genio a comprendere su cosa verta l'allusione alle mogli: in un richiamo astratto al genere femminile tutto (ricomprese -quindi- anche fidanzate, amiche, conoscenti, trombamiche, etc. etc.) che va poi traslato per par condicio -diciamo- hominum (genitivo maschile plurale terza declinazione) al genere maschile, il detto in questione si riferisce alla fattispecie per cui è preferibile avere un/a compagno/a che sia delle proprie zone. Vero? NO SBAGLIATO!!!
Partiamo da lontano.
Da piccino questo proverbio non apparteneva al mio ovattato mondo di giochi e giornate serene: quando ero all'asilo me ne fottevo delle mogli e figuriamoci dei buoi!!! Ero uno di quei bambini tutti impiastricciati di terra che giocava nel cortile con i propri amichetti ai cavalieri dello zodiaco; figuriamoci se avevo tempo da perdere con quelle "cose rosa" (all'epoca si portava ancora il grembiule!) tutte pulite che cantavano "la bella lavanderina" e posso dire con certezza che fino alla terza elementare (all'epoca la Gelmini non c'era!) ho continuato a stracatafottermene allegramente delle mogli e, ancora di più, dei buoi! Le prime "crisi" si sono manifestate nella seconda parte del quarto anno delle elementari: nulla di trascendentale, solo che vedevo le mie compagne di classe che si intrattenevano nei bagni (all'epoca in alcuni istituti potevi ancora incontrare i bagni misti!!!) con i miei amici (non con me!!). Niente di che, si trattava di innocenti bacini a stampo sulle labbra, abbracci semifraterni, sorrisini dolci e "carammellerie" del genere, che suscitavano in me solo una momentanea e risibile invidia. 
Si può dire, pertanto, che tutto è filato liscio fino alla prima media! Fu in quel periodo che cominciai ad avvicinarmi al gentilsesso seppur con risultati che definire scadenti mi sembra -tutt'oggi- un eufemismo. Io ero un bambino grassoccio, timido ed impacciato che andava bene a scuola, ligio al dovere, col capello pettinato e la camicia "di dentro"; niente a che vedere col classico bullo "acchiappesco", capra a scuola e fuori, che faticava a distinguere una "e-congiunzione" da una "è-verbo", che si picchiava nei bagni e che passava i pomeriggi tra sale gioco e campi di calcetto ma che -ahimè- aveva la "fidanzata" o meglio "stava con una". Per non parlare poi dell'aspetto sessuale: non avevo la più pallida idea di cosa fosse una vagina nè a cosa servisse nè tantomeno cosa volesse dire autoerotismo (quello l'ho scoperto di lì a poco con risultati che possono essere ricordati nei secoli a venire): insomma per me i bambini li portava la cicogna.
La tragedia è andata avanti fino al primo anno di Liceo: fu lì che la mia iniziazione sessuale mi portò un minimo di gratificazione personale e fu in quel momento che mia mamma, nello scoprire che la mia "fidanzata" era di un paesino vicino al mio e nel dirmi "figlio mio, mogli e buoi dei paesi tuoi!", insinuò il tarlo del dubbio nella mia mente. Lì per lì non ci feci molto caso e come ogni adolescente "ingrifato" mi limitai a pensare: "ma chi cazzo se ne frega di quello che significa, tanto trombo!". 
Crescendo e diventando il bell'uomo che sono (ad oggi lo sono e come!!!!), non posso dire di non aver  avuto donne. Figuriamoci se in ambito universitario uno non incontra esponenti dell'altro sesso disponibili a giacere teco e vogliose di espletare quella mera commixtio corporum, espressione di un desiderio fugace e caduco, che tanto piace a noi maschietti! 
Ed è qui che uno si misura col genere femminile: la donna di per sé è diversa dall'uomo. Bravo Ciriolo, frase fatta per eccellenza! Vero, ma non mi riferisco all'aspetto fisico, (quello è evidente! Ed in alcune molto più che in altre!!) ma all'aspetto psicologico: in generale una donna non ragiona come un uomo, è più sofisticata, più furba, più ragioniera, etc. etc.. Figuriamoci poi se uno è toscano o veneto e l'altra pugliese o siciliana: in tal caso le differenze uomo-donna sarebbero accentuate dalle differenze geografiche ed un lettore di situazioni poco attento potrebbe dire: "è questo il significato del proverbio! se uno è del nord e l'altro del sud non ci potrà mai -o quasi mai- essere un punto di incontro!". SBAGLIATO!!! 
E' del tutto probabile che una donna di Ancona vada d'accordissimo con un uomo di Gioia Tauro o che un uomo di Torino sia perfettamente in simbiosi con una donna di Erice nonostante le distanze geografiche e culturali e che la coppia viva in perfetta armonia, mentre è altrettanto possibile che due di Poggiardo si accoltellino nelle reni per tutta la durata della relazione: tutto sta ai soggetti ed al loro modo di rapportarsi e confrontarsi! 
Quindi il proverbio va analizzato con una chiave di lettura più ampia che, a mio modesto avviso, potrebbe essere questa: se inizi ad uscire con una che la sera frequenta le feste jamaicane quando a te delle feste jamaicane interessa meno dell'apicoltura allora vuol dire che qualcosa non va; se tu ami cenare in casa tete a tete, a lume di candela mentre a lei interessa il gruppone di amici in piazzetta c'è qualcosa che non va; se lei è un'esperta viaggiatrice mentre te sei un "culopeso" che preferirebbe togliersi un rene piuttosto che fare la valigia c'è qualcosa che non va; se tu ti fai le canne e lei è maestra di fitness allora qualcosa non va; se lei è una gran ... mentre te sei il principe azzurro che si accoppia solo per riprodursi EVIDENTEMENTE c'è qualcosa che non va!
Sia chiaro, non si parla di aspetti superabili attraverso la cosiddetta "smussatura degli angoli del carattere": ovvio che una coppia per essere tale deve pur venirsi incontro, rinunciare ognuno a qualcosa per stare con l'altro (di solito è l'uomo che rinuncia al calcio per stare con lei sul divano, abbracciati a vedere "Notting Hill" e sentire frasi del tipo: "Guarda amore, anche tu lo faresti per me, vero?") ma, nell'esegesi del proverbio, si fa riferimento a due persone che sono QUASI totalmente incompatibili tra di loro e che per quanto si possano sforzare non riusciranno mai a trovare un punto di equilibrio se non snaturandosi. 
Quindi "mogli dei paesi tuoi" sta a significare: cerca una persona quanto più possibile a te vicina ma non una vicinanza materiale, chilometrica ma una vicinanza che integri per il più possibile i canoni e gli stili di vita che tu vorresti continuare a seguire e a non sacrificare per stare con l'altro! 
Cara mamma, dopo anni l'ho capito! Son diventato vecchio anch'io!


Detto questo: qualcuno mi spiega cosa cazzo c'entrano i buoi????
P.S. Tantopiù o tanto più: si può scrivere in entrambi i modi! Imparate l'italiano, criticoni!!

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